Cosa si intende per Open Innovation?
Solomon Darwin: “Le startup sono come uova dentro ai dinosauri”
Dove i dinosauri sono le aziende grandi, pesanti, storiche, strutturate in anni passati che, secondo l’Executive director del Garwood Center for Corporate Innovation di Berkeley, possono e devono contenere delle uova (le startup) pronte a correre in un mondo differente, fatto di velocità e continui cambiamenti.
Poche parole ma potenti, che ci fanno capire come in questo nuovo mondo servano menti giovani, idee esterne e fresche per rimanere competive e sopravvivere.
L’Open Innovation quindi è un approccio strategico secondo il quale le imprese (grandi e PMI), decidono di aprirsi all’esterno mettendosi in ascolto di nuove idee e attivando nuovi modello di business.
Questo accade coinvolgendo startup, università, professionisti esterni, acquisendo startup per portarsi in casa nuove conoscenze e sperimentare nuove strade.
Ma anche aprendo contest interni, call4ideas e progetti interni e esterni che stimolino la proposta di nuove idee o collaborando con altre aziende (partnership).
Tutto questo riducendo i rischi e aumentando i benefici per tutti gli interessati (azienda e esterni). Si impara insieme, si corre più veloce.
Solo per grandi imprese?
È vero, le grandi imprese hanno maggiori risorse e stanno lavorando meglio sotto questo fronte. Enel ha fatto scuola, Toyota ha acquisito una serie di startup in ambito mobilità (non automobili, mobilità!) come Level 5 (divisione per la guida autonoma di Lyft) e Pony.ai (sempre nell’ambito della guida autonoma). Ma potremmo fare altri esempi.
E le PMI? cosa possono fare le aziende medio-piccole per rimanere competitive in un mondo dove sembrano sempre in vantaggio i grandi player?
Secondo uno studio del Politecnico di Milano Il 78% delle grandi imprese italiane e il 53% delle PMI adottano azioni di Open Innovation (ricerca Osservatori Startup Intelligence e Digital Transformation Academy).
Non è male, ma possiamo fare meglio.
Come abbiamo detto prima le possibilità sono molte e non è sempre detto che serva investire molti soldi.
Acquisire startup giovani con business complementari è sicuramente una buona idea per “adottare un uovo” e beneficiare dei risultati quando saprà correre oltre al valore innovativo esterno che porterà nel corso della sua vicinanza con l’impresa.
Anche assumere consulenti esterni sulla trasformazione digitale è una soluzione pratica e rapida, il nostro modello è pensato proprio per permettere a tutte le imprese di averci a disposizione con un mensile assolutamente sostenibile.
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