Growth Hacking per le PMI

Scritto da Pasquale Caiazzo
il 10/17/2022

Il Growth Hacking è un processo di sperimentazione rapida, con l’obiettivo di ottimizzare e scalare le potenzialità di un business. In genere, gli addetti ai lavori sono soliti associare questo concetto al successo veloce ottenuto da numerose start-up, le quali, nonostante in fase iniziale non possano contare su un budget cospicuo per pianificare campagne battenti di marketing e comunicazione, riescono ugualmente a conquistare il mercato. Come? Intercettando le esigenze di nicchie e segmenti specifici. Le strategie di Growth Hacking possono rivelarsi foriere di risultati ottimali non solo per le start-up, ma anche per le PMI già attive sul mercato nel momento in cui c’è da raggiungere un traguardo ambizioso: la promozione di un prodotto di punta prima che venga lanciato sul mercato, il miglioramento della visibilità del sito di e-commerce sui motori di ricerca, l’incremento della conoscenza del brand su internet sono esempi calzanti al riguardo.

Analizziamo nei dettagli cos’è il Growth Hacking e in che modo le PMI possono dotarsi degli strumenti tecnologici, fondamentali per avere successo in un contesto economico sempre più digitale.

Growth Hacking: definizione

Riepilogando, il Growth Hacking è quel processo rapido di crescita di un’azienda, dove vengono implementate in maniera tempestiva tecniche innovative di marketing e strategie di sviluppo di prodotti e servizi, determinanti per identificare nuove opportunità di business e per conseguire il prima possibile risultati rilevanti. Il primo a parlarne fu Sean Ellis in un articolo del 2010.

Come allora, ciò che tuttora si evince è che non vi sono regole ben precise o linee guida per spiegare questo modello di business. Basti pensare agli esempi di AirBnB o di Uber per constatare come la crescita veloce si basi su schemi differenti. In tutti i casi, però, si riscontra un evidente discostamento dalle strategie di marketing tradizionali. La creatività, l’innovazione, la volontà di migliorare le performance, il coraggio di sperimentare e l’intenzione di puntare su prodotti all’avanguardia o su servizi totalmente nuovi e mai visti prima sono alcuni tra i fattori che hanno dato luogo a un successo immediato in ambito aziendale.

Il Growth Hacking è idoneo per ogni tipologia di business?

Praticamente sì, visto che la maggior parte tra gli addetti ai lavori si dimostra concorde nell’asserire che non è detto che siano solo le aziende innovative e tecnologiche, che hanno nelle mobile app, nei software e nei servizi web based il loro core business, quelle a cui il Growth Hacking si addice. Anche le PMI, contraddistinte da un carattere artigianale e da modelli a conduzione familiare, possono svoltare puntando su prodotti unici ed esclusivi e su strategie di digital marketing al di fuori degli schemi canonici.

Il funzionamento del Growth Hacking

Non ci sono modelli strutturati per descrivere la logica di funzionamento del Growth Hacking. Ciò che si evince da tutti i casi di successo delle imprese che sono cresciute in modo veloce sul mercato è una nuova mentalità, una forte collaborazione tra i vari dipartimenti dell’organizzazione aziendale e know-how funzionale al business. Il mix di questi elementi può permettere a qualsiasi realtà imprenditoriale di ottenere un importante vantaggio competitivo, favorendo la crescita veloce, lo sviluppo di prodotti unici e l’implementazione di nuove strategie di marketing.

L’implementazione del Growth Hacking in un team aziendale

Interazione e scalabilità sono due parametri fondamentali alla base di qualsiasi progetto efficiente di Growth Hacking. Sia nel caso delle start-up sia in quello delle aziende di una certa dimensione, questo modello può beneficiare di fattori che lo personalizzano, a prescindere dal fatto che si approcci il mercato B2C oppure quello B2B.

Ecco come implementare il Growth Hacking in un team aziendale.

1. Apportare miglioramenti concreti al prodotto

Le esigenze dei clienti, al giorno d’oggi, sono diventate sempre più selettive. Analizzare la mole di dati è fondamentale per apportare concreti miglioramenti al prodotto, meglio se prima del lancio sul mercato. Il ruolo dei software e dei tool analitici, in questo senso risulta determinante ai fini della crescita veloce del business. Puntare sul Growth Hacking in un team aziendale vuol dire intervenire lavorare sulla progettazione del prodotto, tenendo conto delle reali necessità del target o della nicchia a cui l’impresa desidera rivolgersi. In questo modo, vi saranno maggiori probabilità di soddisfare la domanda e di vendere più unità.

2. Definire obiettivi concreti e facili da misurare

Nel Growth Hacking è di cruciale importanza definire obiettivi realistici, al fine di ottimizzare il tempo dedicato dal team aziendale al progetto. Obiettivi aleatori, dispersivi e difficili da raggiungere, talvolta, sono sinonimo di caos all’interno dell’organizzazione. Stabilirli a monte è fondamentale per ottenere massima concentrazione fra chi prende parte al progetto.

3. Puntare sulla creatività e sulla sperimentazione

Essere creativi e avere il coraggio di sperimentare cose nuove nel mondo del business è cosa positiva. Incentivare il pensiero divergente è utile. In “soccorso” vi sono i cosiddetti A/B test. Di cosa si tratta? Di veri e propri esperimenti che vengono effettuati in due versioni: la prima è la A e la seconda è la B. La diffusione di due versioni è utile nella rilevazione di quella che ottiene i migliori risultati. Nel caso dei contenuti, delle call to action e delle landing page si è soliti valutare conversioni ed engagement per determinare l’opzione su cui puntare.

4. L’importanza strategica dei dati

Nel Growth Hacking, i dati contano ai fini del raggiungimento degli obiettivi prefissati. In base al lavoro svolto in fase di analisi, i risultati possono perfino arrivare a modificare gli obiettivi inizialmente prefissati. Monitorando i progressi effettuati step by step, sarà possibile anche apportare cambiamenti al prodotto finale. I dati sono così importanti che nel mondo del business rappresentano la guida da seguire.

5. Elaborazione di nuovi approcci

Anche se si ottengono buoni risultati in termini commerciali, un’impresa deve sempre cercare nuovi approcci, perché non è detto che la soluzione “X” che al momento riscuote molto successo, continui ad averlo anche a distanza di anni. I cambiamenti nel mondo del business sono repentini, bisogna sapersi aggiornare ed elaborare nuovi approcci. Cambiare un’offerta commerciale, favorendo l’integrazione di un prodotto in bundle, migliorare le strategie di cross-selling o di up-selling, lavorare a nuove iniziative di co-marketing all’insegna della creatività è ciò che molte aziende hanno fatto, aggiornandosi in corso d’opera. Nel Growth Hacking, quindi, il learning by doing ricopre un ruolo cardine.

L’utilità del Growth Hacking per le PMI

Imprenditori e dirigenti delle PMI, come è noto, quasi mai possono contare su budget degni di nota da investire nel campo della pubblicità sui motori di ricerca o sui social network. Spesso, poi, i software di marketing automation si rivelano piuttosto cari, al punto da rappresentare un lusso quasi mai accessibile. Il Growth Hacking, invece, si rivela utile per le PMI, perché si punta su strategie di marketing low cost all’insegna della creatività, dell’innovazione e della sperimentazione.

Per conseguire risultati importanti, ecco alcuni spunti degni di nota.

1. Market Disruption

I consumatori non sono più quegli individui tanto refrattari del passato. Se anni addietro, l’avvento di un prodotto dirompente in confronto al mercato di allora sarebbe stato percepito con accezione non sempre positiva, al giorno d’oggi le cose non stanno così. Si è registrata, infatti, un’inversione di tendenza al riguardo. Si pensi, ad esempio, al caso di Uber. Per tanti anni, gli utenti sono saliti a bordo dei taxi, pagando fior di quattrini in riferimento alle varie tratte. Uber ha causato una Market Disruption, puntando su una prenotazione veloce delle corse tramite app e smartphone e non mediante la classica chiamata. Il tutto abbassando i prezzi.

2. Velocità

Il Growth Hacking ruota attorno alla velocità. Non sempre a spuntarla sul mercato è chi ha il prodotto migliore, ma spesso anche chi ci arriva prima. Nell’era della competitività, chi presenta prima degli altri un’offerta commerciale interessante finisce per avere l’attenzione del target di riferimento. Se si tratta di qualcosa di importante, anche i mass media finiscono per parlarne. Chi arriva dopo, anche se il prodotto è migliore, rischia di passare come un imitatore. Tutto ciò dà luogo a strategie innovative in materia di creazione di prodotto e di marketing.

Pensare che il Growth Hacking possa sostituire in futuro il Digital Marketing è un errore che è bene non commettere

Il Growth Hacking ha tutta una serie di vantaggi, perché favorisce la crescita di start-up e di PMI guidate da imprenditori e manager lungimiranti che puntano sulla qualità del prodotto e del servizio, oltre che sulla creatività, sull’innovazione, sulla volontà di migliorarsi di continuo, sulle strategie non convenzionali di marketing. Tuttavia, anche in ottica di lungo termine, non ci sono i presupposti per credere che il Growth Hacking possa sostituire il Digital Marketing. Nel primo caso, la crescita veloce si basa sull’identificazione di tutta una serie di KPI. Nel secondo caso, invece, si lavora sulle conversioni, derivanti dall’aumento di traffico web e di engagement.

SEO, posizionamento organico, Lead Generation, in quanto elementi del Digital Marketing, saranno anche a lungo termine decisivi per il successo di un business di un’azienda. Chiaramente, puntare sul Growth Hacking non esclude il provare a fare Digital Marketing. Anche in questo caso, seppur con budget esigui, si possono raggiungere traguardi ambiziosi.

Conclusioni

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