Chi ci segue, nei vari contributi che pubblichiamo su questo blog di Maia Management, ha spesso letto questa affermazione: “il digitale è complesso” perché nel momento in cui entra in azienda esso permea le più disparate funzioni ed attività aziendali.
A volte coinvolge anche aspetti che solo pochi anni fa venivano gestiti allo stesso identico modo, non da decenni, ma anche da secoli.
Mentre torno a scrivere per il mondo delle aziende vitivinicole, l’esempio di questa affermazione è a portata di mano: l’etichetta della bottiglia di vino.
Si quel rettangolo di carta incollata sul vetro che da quando l’uomo ha iniziato ad imbottigliare il prezioso nettare è rimasto sostanzialmente immutato.
Col tempo l’etichetta ha aggiunto informazioni stampate in tipografia, è nata una normativa specifica per le etichettature in generale riferita alle dimensioni minime ed al modo di indicare i valori quantitativi contenuti ed ancora sono nate norme specifiche di settore per classificare i Vini che ci danno un’indicazione qualitativa : Vino da Tavola – IGT (Indicazione Geografica Tipica) – DOC (Denominazione di Origine Controllata) – DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita).
Oltre alle informazioni base e di legge, a volte le etichette ci danno indicazioni sulla temperatura a cui è consigliata la degustazione ed infine indicazioni di abbinamento con il cibo a tavola, la più comune carne o pesce.
Oggi si parla sempre più spesso di “etichette digitali” ed il consumatore più evoluto ricerca tramite esse maggiori informazioni sul prodotto, quindi a tendere la “digitalizzazione dell’etichetta” può diventare un vantaggio competitivo che fa acquisire nuove quote di mercato, la presenza o meno di questo servizio che l’azienda offre al cliente finale può fare la differenza.
Attenzione però, quanto sto per scrivere in merito all’etichetta riguarda anche altri settori del più generale mondo del food & wine, quindi parliamo di qualcosa che interessa imprenditori di uno dei settori portanti del Made in Italy, alcune delle situazioni che andrò a descrivere le ho gestite presso una nostra azienda cliente che esporta il 95% del suo fatturato nel mondo e che produce aceto balsamico.
Fatta questa precisazione, torniamo al nostro racconto di come l’etichetta sulla bottiglia di vino può diventare con la sua versione digitale un fattore di successo perché chiave di penetrazione in nuove fasce di mercato.
Le etichette digitali per il vino sono un elemento molto importante sempre più decisivo nella scelta della bottiglia sullo scaffale.
Il cambiamento in questo settore sta iniziando, a breve le etichette sui grandi nomi del vino italiano, che si conoscono sempre di più nel mondo, diventeranno una fonte d’informazione per il cliente e di tutela del consumatore. Sull’etichetta potremo trovare una fonte di risposte alle nostre principali curiosità sul prodotto.
Ad ognuno la sua risposta, il consumatore distratto e poco esigente continuerà a leggere l’etichetta come sempre, l’intenditore cercherà informazioni più particolari per arrivare al collezionista che quasi cercherà “una certificazione” della preziosità e dell’unicità della bottiglia, unicità non nel senso di unica bottiglia ma di un ristretta produzione particolarmente rara e limitata, da renderla riservata ad una riservatissima cerchia di investitori. Tra questi estremi troveremo di tutto ed ognuno troverà soddisfazione alle sue domande. A quel punto, come sempre quando le informazioni aumentano, spetterà a noi avere la capacità di leggerle e di trarne vantaggio.
Non è esagerato dire che la ritualità di aprire una bottiglia di pregio, in un momento particolare della nostra vita, potrà acquisire una particolare enfasi, proprio grazie al “messaggio” che la comunicazione che avremo veicolato tramite l’etichetta digitale saprà produrre.
Etichette digitali per il vino: l’importanza di saper leggere le informazioni riportate
Le informazioni riportate sulle etichette digitali per il vino forniscono tutta una serie di aspetti interessanti circa la provenienza, i metodi di lavorazione, la storia dell’azienda vinicola e non solo, infatti potremo prendere in considerazione di comunicare informazioni sul territorio dove vengono coltivate le pregiate uve che hanno dato origine al vino contenuto nella bottiglia, il fascino del Made in Italy qui potrà coniugarsi con la storia e bellezza del nostro paese .
Inoltre va considerato che sono sempre di più i wine lovers, desiderosi di approfondire la lista dei componenti aggiunti a livello industriale: non ci si riferisce solo ed esclusivamente ai solfiti, ma anche ai tannini, agli aromi, agli acidificanti e alla gomma arabica.
La legislazione italiana su questa tematica risulta molto severa.
Lo stesso, invece, non si può dire per quella francese che consente l’aggiunta di zucchero al mosto: in questo modo, le imprese vinicole transalpine hanno tutte le carte in regola per incrementare la gradazione alcolica.
Poi vi sono svariate imprese del Vecchio Continente che aggirano le normative locali, aggiungendo non lo zucchero, in quanto operazione non consentita, ma mosto dolcificato a quello originale. In questo modo, riescono ad ottenere grossomodo lo stesso effetto, agendo in termini legali.
Ecco, la severità della nostra legislazione e dei disciplinari delle singole zone d’origine possono diventare un fattore di vantaggio competitivo, comunicare la “purezza” del nostro vino non sarà più solo conoscenza riservata ad una stretta nicchia di intenditori, di veri appassionati in materia di vino: le etichette digitali, invece, permettono di rendere accessibili queste informazioni praticamente a chiunque.
I consumatori, infatti, dovrebbero essere aggiornati in modo trasparente sull’operato dei produttori. Questi ultimi, invece, dovrebbero palesare il loro processo produttivo.
Altra questione che poi non deve passare inosservata è quella inerente alla valenza nutrizionale del vino: nel momento in cui anche il consumatore medio sarà in grado di leggere e, soprattutto, di comprendere cosa significano i dati riportati sulle etichette digitali, allora effettuerà un acquisto consapevole.
E-label o QR Code
Come trasmettere questo forte messaggio? Come capire quali informazioni ci aiutano a vendere meglio il nostro prodotto? Come sarà possibile individuare qual’è la “buyer personas” a cui vogliamo veicolare tramite le nostre etichette digitali l’alto valore della nostra comunicazione?
Oggi sulla rete ci sono queste risposte, serve sapere come andare a cercarle.
Cosa dovrà allora fare il nostro imprenditore del settore vitivinicolo per centrare l’obiettivo?
Dovrà avvalersi della guida di un Chief Digital Officer, di un “direttore del digitale”, ovvero di un manager che conosce il mondo del business e sa applicare ad esso le giuste leve che la tecnologia digitale ci pone a disposizione.
Le tecnologie di ultima generazione ricoprono un ruolo cardine anche nella realizzazione delle etichette digitali per le bottiglie di vino: note come QR Code o come e-label, contengono informazioni leggibili solo con l’ausilio di una mobile app e di un dispositivo mobile, come smartphone e tablet.
La dicitura attinente agli effetti nocivi del vino
C’è da fare, però, una piccola precisazione: l’industria vinicola si è lamentata della dicitura “il vino nuoce gravemente alla salute”, riportata sotto forma di scritta quando l’utente prova a leggere con l’apposita app le informazioni e i dati contenuti nelle etichetta digitale riportata sulla bottiglia.
Chiaramente, un abuso di questa bevanda, vista la componente alcolica, può rivelarsi deleteria per la salute. Tuttavia, si tratta pur sempre di un prodotto, vanto dell’impresa del Made in Italy. Il fine primario delle suddette avvertenze è quello di liberare le imprese vinicole da eventuali responsabilità conseguenti all’eccessiva assunzione dei prodotti che vengono messi sul mercato, o meglio da un errato uso del prodotto stesso.
Indipendentemente dal fatto che si creda che questa dicitura possa essere pleonastica o meno, occorre sempre tenere presente che non tutti i consumatori sono esperti di vino. Acquistare una bottiglia al supermercato è un’azione che in linea di massima verte su due aspetti: provenienza geografica del vino, collegata alla conoscenza della zona vinicola, budget a disposizione.
Informazioni scarne che andrebbero valorizzate meglio, ma che i limiti di spazio delle tradizionali etichettature non consentono.
Ed è proprio qui che intervengono le strategie di marketing: le etichette digitali per il vino, di fatto, fungono da semplici QR Code che, una volta inquadrati con la fotocamera dello smartphone a seguito del login nella mobile app di turno, forniscono tutte le informazioni necessarie: non solo, quindi, di che tipo di vino si tratta, dei vitigni utilizzati, del grado alcolico, ma anche in rapporto ai valori nutrizionali, proprio come viene indicato dall’Unione Europea.
Le etichette digitali per le bottiglie di vino sono fondamentali per la tracciatura del prodotto
Poniamoci ora una domanda: è corretto identificare le etichette digitali per le bottiglie di vino solo come il risultato del lavoro dei nostri esperti di marketing e di packaging?
No, o meglio è limitativo, dato che le e-label sono fondamentali per la tracciatura del prodotto.
La bottiglia di vino deve essere sempre registrata: si tratta di uno sforzo importante per i produttori i quali, in Italia, nella maggior parte dei casi, sono imprese a conduzione familiare.
Pensate sia ardito condurre le imprese vinicole alla digital transformation?
Chi fa il mestiere del “direttore del digitale” come il sottoscritto sa che la sfida appare decisamente ambiziosa, vista la loro resistenza al cambiamento, ma questo non ci spaventa. L’orientamento alle novità tecnologiche non deve essere visto come un ossimoro a un settore tradizionale, come è quello del vino in Italia. Solo integrando il nuovo con il classico, le imprese vinicole saranno in grado di evolversi e di crescere sul mercato nazionale e, soprattutto, sui mercati globali.
Noi di Maia Management abbiamo pensato a modelli di accompagnamento alla digital transformation sostenibili, per questo siamo convinti che anche il settore vitivinicolo ancora composto da realtà minori non debba essere escluso dai vantaggi che le nuove tecnologie possono offrirgli.
Conclusioni
In un precedente articolo da me scritto su questo blog, sempre rivolto al mondo delle nostre cantine, “Settore Wine, mondo vitivinicolo e nuove tecnologie”, ho sostenuto che le etichette digitali non vanno intese solo come veicolo di comunicazione dalla cantina verso il cliente finale, colui che dopo aver aperto la bottiglia potrà gustare il risultato di tanta cultura vitivinicola. In realtà se correttamente progettate e grazie all’uso della corretta tecnologia, le etichette digitali sono in gradi di restituirci tutta una serie di informazioni di ritorno.
Dati fondamentali sulle abitudini dei nostri clienti, che ci guideranno a costruire scelte strategiche fondamentali per far vincere alla nostra cantina la sfida sempre più complessa dei mercati globali.
I Chief Digital Officer di Maia sono in grado di guidarti alla scoperta di queste soluzioni tecnologiche.
Se desideri avere una panoramica chiara circa il livello di digitalizzazione della tua azienda vinicola, noi di Maia Management ti proponiamo consulenze mirate e uno specifico test per informarti dello stato della situazione: la tua impresa è pronta per le moderne sfide digitali? Scoprilo, prendi contatto con noi per saperne di più. Compila gratuitamente questo test digitale.