L’impatto delle tecnologie ICT, internet e il web in primis, hanno abilitato quella che viene definita “trasformazione digitale” un connubio di cambiamenti organizzativi, sociali e tecnologici portato appunto dal digitale. Un fenomeno che permea trasversalmente i settori economici influenzando profondamente i processi e i modelli di business delle aziende abilitando un nuovo tipo di economia basata sul digitale: la web economy.
La web economy
Con “web economy” ci si riferisce all’insieme di modelli e pratiche di business abilitate dalle tecnologie digitali.
La web economy si trova al centro di cinque filoni su cui ha un impatto determinante: platform economy, service economy, sharing economy, la circular economy e la knowledge economy.
Platform economy
Platform economy: le piattaforme web sono sempre più centrali come snodo relazionale del business. Utilizzate inizialmente come vetrina aziendale hanno assunto nel tempo una funzione essenziale per fruire servizi on-line.
I vantaggi delle piattaforme web rispetto le tradizionali modalità di approccio al mercato sono diverse, in primo luogo le piattaforme web sono sempre online e quindi raggiungibili, i costi di mantenimento sono limitati essendo tipicamente basata sul cloud.
I livelli della platform economy sono tre:
- Business to consumer: piattaforme rivolte al consumatore finale che le utilizza per interagire con il business acquisendo informazioni o acquistando direttamente un prodotto o servizio (Airbnb, Uber, Ebay).
- Business to business: piattaforme utilizzate dalle imprese per gestire e coordinare le attività delle diverse aree aziendali (ERP, CRM). Tali piattaforme vengono definite con l’acronimo Saas (Software as a service).
- Digital to business: piattaforme che consentono all’utente di accedere ad un ambiente di sviluppo software. In sostanza un applicativo per sviluppare ulteriori applicativi. Tali software vengono definiti PaaS (Platform as a service).
Service economy
Un’ulteriore forte tendenza, in particolare nei paesi sviluppati, è quella della “servitizzazzione” dell’economia. In linea con una mutata propensione al consumo delle persone che tende a passare dalla volontà di possesso di beni alla volontà di accesso ai servizi.
La service economy si concretizza in almeno due fenomeni principali:
- Crescente importanza del settore dei servizi: rispetto ad alcune decine di anni fa sta crescendo in modo rilevante la quantità di aziende attive nel mondo dei servizi rispetto l’ormai marginale quota di imprese attive nelll’ambito industriale, in Italia queste ultime nel 2020 ammontavano ad una quota del 18,9%, rispetto il 20,7% del 2011. Le imprese dei servizi nello stesso periodo sono incrementate dal 65,6% al 70,3%.
- Un secondo filone riguarda la crescita dell’importanza relativa dei servizi nell’offerta di prodotto. In questo senso è possibile annoverare, anche nel caso di prodotti fisici, quell’insieme di servizi accessori come: servizi finanziari per agevolare l’acquisto, assistenza clienti, consulenza e supporto all’acquisto, etc.
Sharing economy
La combinazione dei due filoni sopra esposti ha reso possibile la digitalizzazione dello scambio reciproco di beni o servizi. Questo filone è reso possibile dallo sviluppo di complesse e sofisticate piattaforme web e risponde all’esigenza sempre più diffusa di accesso a servizi piuttosto che acquisto.
Una piattaforma di sharing economy può essere gestita in due forme: diretto e indiretto. Nel primo caso la piattaforma consente di scambiare direttamente beni e servizi tra gli utenti mentre nel secondo caso la piattaforma funge da intermediario.
Circular economy
Altro elemento rilevante legato alla web è quello della sostenibilità che viene abilitata dagli efficientamenti e ottimizzazioni consentite dal digitale. Come la componente “digital” anche l’elemento sostenibilità/circolarità diviene sempre più nel tempo una questione imprescindibile per ogni business. L’analisi e integrazione di soluzioni e pratiche orientate alla sostenibilità non è ancora, non sempre, una richiesta legislativa o funzionale per l’impresa, lo è però dal punto di vista della domanda di mercato, la quale dimostra una crescente sensibilità al tema.
La circular economy viene ben rappresentata dal concetto delle 3R: riparare, riutilizzare, riciclare.
Knowledge economy
Un fenomeno estremamente rilevante per le imprese di oggi, negli ultimi anni è stata prodotta una quantità molto elevata di informazione, come mai nella storia. Tale consistente volume di informazione viene anche denominata “Big Data”, questi ultimi possono avere estremo valore per le aziende se organizzati e condivisi.
I dati relativi a vendite, comportamento dei clienti, dei dipendenti, del mercato e di tutti gli aspetti economici/finanziari se opportunamente analizzati si trasformano in informazioni che se organizzate forniranno una base di conoscenza sulla base della quale prendere scelte strategiche.
I cinque ambiti sopra citati possono sembrare apparentemente separati o disgiunti tra loro, a ben vedere si tratta invece di importanti trend legati a doppio filo alla digitalizzazione dell’economia, di cui sono conseguenza e catalizzatore.
Comprenderne l’esistenza e la natura è il primo passo per le aziende al fine di cogliere opportunità e rischi che ne possono derivare.
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