il 10/12/2021

Tempo di lettura stimato: 6 minuti

Le aziende di produzione, le aziende manifatturiere, stanno cambiando

Sempre più insistentemente sentiamo parlare di “fabbrica connessa” ovvero di “fabbrica intelligente” o meglio ancora di “smart factory”

La digitalizzazione nel settore della metalmeccanica sta mutando l’idea di fabbrica come luogo dove si produce un prodotto grazie alle tecnologie digitali, la fabbrica intelligente è legata proprio alla loro introduzione e ci conduce verso la Smart Manufacturing.

Il concetto di smart factory si declina con la capacità di usare le diverse tecnologie oggi disponibili, le quali se connesse dinamicamente ci permettono di ottenere un coordinamento oggettivo degli uomini e delle donne che lavorano nei processi, rimanendo costantemente informati di cosa avviene nel processo e soprattutto nel mondo che le circonda, quindi anche nel mondo dei clienti, ovvero al mercato.

In una parola le informazioni devono consentire l’allineamento di tutti coloro che operano nei processi aziendali, devono essere facilmente reperibili nel momento in cui servono, consentendo a tutta l’organizzazione di contribuire al raggiungimento dell’obiettivo che è al centro del modello di business dell’azienda stessa.

Il punto è spostare il focus dal prodotto al cliente

Dalla rivoluzione industriale sino a pochi anni fa l’attenzione dell’imprenditore a capo di un’azienda di produzione si è sempre concentrato sul prodotto, oggi sempre più spesso la soluzione vincente diventa avere conoscenza di quali siano le necessità del cliente ed avere quindi la capacità di rispondere rapidamente ad esse.

E’ ormai ampiamente dimostrato come la sola proposta del miglior prodotto non funzioni più, le tecniche di marketing innovative come l’inbound sono state uno dei primi passi in questa direzione che pone al centro il cliente, la buyer personas.

Solo la conoscenza totale del cliente, delle sue necessità, delle sue aspirazioni, di come si muove per cercare risposte, delle sue abitudini d’acquisto, della sua soddisfazione, dei suoi riordini, delle sue richieste di assistenza, ci consente di avere i corretti indicatori per costruire nuovi modelli di business.

L’azienda di produzione diventa “data driven”

Ma come è possibile avere questo completa attenzione alle necessità del cliente che devono orientare le scelte dell’imprenditore? L’imprenditore deve essere guidato dall’oggettività del dato e non dalla soggettività del suo intuito o di quello dei suoi collaboratori o del consulente di turno. 

Oggi i dati sono a nostra disposizione ed abbiamo strumenti per processarli sempre più potenti e quindi abbiamo la possibilità di renderli disponibili sempre più rapidamente. Su queste informazioni “intelligenti” devono nascere le decisioni e quindi la scelta della rotta per guidare l’impresa.

Dove trovare i dati per gettare le basi di questa rivoluzione della nostra azienda?

Nel nostro cliente prima di tutto, ma molto spesso i dati in azienda ci sono e non vengono letti perché dispersi nei vari silos con cui l’azienda si è strutturata nel tempo. Attenzione questa strutturazione che definirei “antica” è un ostacolo al corretto flusso delle informazioni e spesso porta alla ridondanza dei processi, con tutto ciò che ne consegue non solo in termini di costo ma anche e soprattutto nell’impossibilità di fare le corrette scelte strategiche che il mercato oggi ci chiede.

Quali Kpi nella dashboard dell’imprenditore?

Da tempo gli imprenditori sono abituati ad avere i dati di bilancio della loro azienda costantemente aggiornati. Bastano questi Kpi? oggi non più perchè se è vero che ci consentono di guidare correttamente l’azienda tenendo conto dei budget definiti in fase di previsione e di monitorarli durante la gestione in corso d’anno nulla ci dicono dei comportamenti dei nostri clienti e quando i comportamenti del cliente sul mercato si modificano ecco che noi con i tradizionali dati di bilancio arriviamo in ritardo.

Ed allora, andiamo a cercare altre informazioni sul nostro cliente come accennavo poc’anzi, utilizziamoli nelle singole aree di processo e rendiamoli disponibili nel nostro cruscotto, magari scopriremo che addirittura anche il nostro magazzino cambierà pelle, non sarà più il luogo dove si accumulano prodotti finiti in attesa che il mercato li richieda, non sarà più il luogo dove i pezzi di ricambio delle macchine che produciamo, penso alle aziende metalmeccaniche, si impolverano in attesa che vengano richiesti in caso di guasto di una nostra macchina.

Entriamo nell’era dello smart manufacturing

Quindi non cambiano solo le logiche dell’area marketing, dei nostri sales ma cambiano tutte le operatività dell’azienda. Grazie alle nuove tecnologie anche l’azienda di produzione può diventare smart factory ed entrare nell’era dello smart manufacturing. Porre al centro del modello di business il cliente e non il prodotto ci costringe a rivedere tutte le aree aziendali guidati dalle opportunità che le tecnologie digitali ci offrono.

Ecco allora che avere una area di progetto e sviluppo munita di moderne tecnologie di stampa 3d ci consente di tradurre in realtà oggetti funzionali alle necessità di progetto che a loro volta nascono dalle necessità del cliente, a volte dai suoi sogni. Progettare macchine connesse alla rete (IoT) non consente solo di dotarle di funzionalità che le rendano più facilmente usabili dal cliente ma esse saranno fonte di dati per il produttore in merito alle loro prestazioni, sulla loro usura, sulla loro necessità di manutenzione. Quindi entriamo nell’ambito della manutenzione predittiva ma contemporaneamente avremo anche dati per riprogettare con nuovi materiali i modelli successivi in ragione di prestazioni sempre più conformi alle vere necessità del cliente.

Cambia anche la supply chain

La fabbrica intelligente, non più prodotto centrica ma cliente centrica, cambia anche la supply chain? Certo. Pensiamo solo alle potenzialità della manutenzione predittiva, sapremo sempre cosa acquistare ancora prima che pervenga la richiesta da parte del cliente del pezzo di ricambio, per non parlare di come IoT ci comunica se i materiali che noi acquistiamo e con i quali costruiamo i nostri prodotti siano o no coerenti alle prestazioni che il cliente richiede ed alle quali aspira. Possedere questa tipologia di dati consente inoltre alla Smart Factory di avviarsi verso la strada della servitization, ossia verso il superare la logica della sola vendita del prodotto ma di entrare anche nella logica della vendita del servizio.

Consiglio finale di un Chief Digital Officer

Questo breve, e non esaustivo, contributo nasce dalle esperienze che i Cdo di Maia Management stanno vivendo nelle varie realtà in cui operano, dal continuo rapporto con imprenditori che conducono aziende di produzione e che si avviano alla trasformazione digitale. 

Sono esperienze che stiamo maturando in vari ambiti manifatturieri dalla meccanica al food.

Soprattutto sono conoscenze che nate dalla continua contaminazione tra i vari team di Maia Management poi ci consentono di portare valore ad ogni nuova azienda in cui siamo chiamati ad operare.

E importante comprendere che digital non è solo sinonimo di marketing & sales e che anche quando siamo alla guida di queste attività, ad esempio implementando un Crm, la prospettiva che dobbiamo trasmettere all’imprenditore deve sempre essere a 360 gradi con una forte visione sul domani.

Vero è  che se l’azienda di produzione pone al centro il cliente il Crm diventa uno degli asset primari della trasformazione in “fabbrica intelligente” che il digitale può abilitare. 

Come in tutte le vicende umane la trasformazione della tua azienda non avverrà con la bacchetta magica introducendo un software (luogo comune spesso ancora molto diffuso) ma costruendo mattone dopo mattone ogni singola parte del nuovo progetto. 

Non sai come partire? Fai gratuitamente il test per capire il grado di digitalizzazione della tua impresa. Poi potremo parlarne, se vorrai.

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